delale
Vai ai contenuti

Menu principale:

Intervista ad Alessandra Marconato

pagine interne
In questa intervista, l’artista Alessandro D’Elia pone alcune domande su come nasce un’opera d’arte e sul linguaggio artistico al Direttore di 78PAGINE.
Alessandra Marconato affronta altresì il tema dell'arte e dell’artista, con riferimento ad alcune sperimentazioni proprie di "delale".

Chi è Alessandra Marconato?
 
Sono laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Padova e mi occupo di formazione e di coaching.
Sono Direttore Responsabile della rivista professionale trimestrale 78PAGINE per il coaching, la formazione e la narrazione e Direttore Editoriale di 78EDIZIONI.
La filosofia, il disegno e la scrittura sono passioni costanti nella mia vita.
Ho pubblicato i libri "La foresta delle illusioni" e "L'uccellino giallo", editi da PersoneDiParola - Isola Editrice e "Più in là del là" con 78EDIZIONI.
 
La rivista 78PAGINE nasce con l’intento di dare voce a chi nella vita è coach, formatore e narratore e si rivolge a tutti i professionisti del settore e a coloro che sono interessati alla crescita personale.
Nelle 78 pagine, che formano la rivista, è dato spazio anche agli artisti … perché l’arte è narrazione!
 
Anche nella realizzazione delle copertine dei libri di 78EDIZIONI cerco di coinvolgere gli artisti.
Per me è interessante cercare il giusto connubio fra opera letteraria e artistica.
 
Alessandra, in generale l’Artista si racconta attraverso le sue opere…. come nasce un’opera, cos’è l’ispirazione?
 
Questa è una domanda che mi piace fare anche a scrive e non c’è una risposta univoca.
Sembra che il punto comune sia che l’ispirazione arriva e che se si cerca questa sfugge.
È pur vero che, a volte, dopo aver fatto macinare a lungo la testa e il cuore arrivi un’intuizione che fa scrivere, dipingere, scolpire, fotografare … ed è spesso istintiva e intuitiva.
È come se uno stato incosciente diventasse improvvisamente cosciente e tutto diventa chiaro …

Come e perché il linguaggio artistico esterna l’interiorità e la concettualità di un artista?
 
Credo che il linguaggio artistico, senza sovrastrutture, sia un linguaggio “puro”.
C’è un particolare allineamento tra mente, cuore e pancia.
Per questo il messaggio può arrivare chiaro e senza filtri.
Ma non a tutti arriva … non tutti i linguaggi artistici arrivano a tutti allo stesso modo.
Credo sia proprio la parola “linguaggio” la chiave di questo.
Non parliamo tutti la stessa lingua e all’interno di un identico linguaggio non abbiamo la stessa padronanza lessicale.
Delale, con i suoi #excellart, i #trip (viaggi negli stimoli delle parole), i #pielfie (i piedi in cornice), i #litochi (acronimo di linea tonda chiusa), e ultimamente con #unafoto, è sempre alla ricerca di filare la propria rete mentale;

Cosa stimola la ricerca della creatività e perché?
 
Credo che l’artista, di base, sia uno sperimentatore.
È questo che porta a una continua ricerca e a ricercare il limite della propria creatività.
Si cerca di comprendere al meglio l’ordito e la trama del proprio tessuto mentale e di romperlo perché può ingabbiare la stessa creatività.
Credo che sia il senso del limite o, meglio, del non – limite a generare tale ricerca.
#unafoto è l’ultima ricerca, riflessione e specchiamento di un brandello di realtà….
le immagini di #unafoto sono simmetrie, artistiche e rimandano al caleidoscopio; rappresentano i conflitti di vita dell’artista, quale lettura del fare (spontaneamente) e del dover fare (obbligo dettato dalle responsabilità a cui ognuno è sottoposto);

Si può parlare di arte ipnotica e di arte psichedelica?
 
Credo proprio di sì! È la prima cosa che mi è venuta in mente guardano le opere di delale.
Mi riferisco a #unafoto.
Le opere sono ipnotiche, psichedeliche e incantano mostrando porzioni di realtà che si può moltiplicare all’infinito, modificandosi e trovando nuovi significati.

Qual è la natura della bellezza della deframmentazione artistica?
 
Abbiamo la percezione di cogliere una realtà globale o totale.
Cadiamo, per questo, spesso in quello che è definito realismo ingenuo.
Noi viviamo in una continua frammentazione e deframmentazione.
Le opere #unafoto colgono a pieno questo aspetto. #unafoto mostra, attraverso un’immagine, come sono i nostri processi mentali.
La difficoltà che può esserci in una comprensione dell’opera è proprio legata al nostro inconsapevole realismo ingenuo, che ci fa vivere la realtà come un tutto.

#unafoto come rappresentazione di un luogo familiare e applicazione decorativa; può l’artista sconfinare nel “commerciale” mantenendo una sua reputazione?
 
Ho un approccio pragmatico rispetto a questo: si deve pur vivere! Farei, però, una distinzione perché il “commerciale” non è tutto uguale.
Un conto è cavalcare la tendenza di mercato, fornendo al mercato ciò che chiede; altra cosa è riuscire a parlare un linguaggio artistico che sia comprensibile a più persone.
Mi spiego: si può parlare a pochi come a molti.
La differenza sta nelle parole che si scelgono.
Noi tutti abbiamo un certo tipo di linguaggio disponibile.
C’è chi ha più parole, chi meno e, per tutti, c’è una base di linguaggio comune.
La maggior comprensione è legata alla comunanza di linguaggio.
In questo modo, si può decidere, in modo consapevole, con chi si vuole dialogare anche dal punto di vista artistico.
I galleristi e gli intermediari possono essere di auto nella creazione di questo ponte linguistico.
I grandi artisti del passato si facevano pagare per la loro arte.
Siamo su un “mercato” diverso che ha frammentato e specializzato sempre di più le professionalità.
Galleristi e intermediari sono figure rilevanti per l’arte come lo sono le agenzie letterarie e gli editori per gli scrittori …

Alessandra Marconato
 
 
Siti
 
www.78pagine.it
 
www.78edizioni.it

Torna ai contenuti | Torna al menu